Elliott Erwitt: lo sguardo buono del ‘900
Ci sono nomi che rappresentano un’epoca, epoche che sono segnate da nomi. Il 1900 ha avuto l’onore di conoscere e di farsi raccontare da Elliott Erwitt.
Figlio di una famiglia di emigranti russi, nato in Francia e cresciuto a Milano, all’età di 9 anni Erwitt si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali di Mussolini. Ed è qui, nel nuovo continente, che Erwitt ha iniziato a coltivare la sua passione per la fotografia, probabilmente inconsapevole dell’orma enorme che avrebbe lasciato nel ‘900.
Il fotografo statunitense avrebbe oggi compiuto 96 anni. Nel giorno del suo compleanno vogliamo ripercorrere la sua storia e ricordarlo con alcuni dei suoi più famosi scatti.
Elliott Erwitt: gli studi e l’agenzia Magnum
Dopo aver studiato fotografia a Los Angeles e successivamente cinema alla New School for Social Research di New York, Erwitt partì nei primi anni ’50 al seguito dell’esercito americano in Francia e in Germania con la sua macchina fotografica.
Tornato in patria, la svolta per la sua carriera. Robert Capa (il primo e più famoso fotografo di guerra), offrì ad Erwitt l’opportunità di entrare a far parte della Magnum Photos, l’agenzia fotografica più celebre al mondo. Da quel momento, la genialità di Erwitt si consacrò pian piano a livello mondiale e culminò nel 1969 con la proclamazione a presidente della Magnum.
Irriverenza e genialità per combattere la drammaticità della quotidianità
Un genio dall’indiscusso talento e dall’ inesauribile creatività: così può essere definito Erwitt. Molti dei suoi scatti sono irriverenti, umoristici, in contrasto con la serietà e la drammaticità con cui spesso siamo costretti a convivere.
Tra i suoi soggetti preferiti, infatti, c’erano i cani che con il loro atteggiamento naturale e irriverente fungevano da perfetto contrasto alla ricercata compostezza dei loro padroni.
“Di me dicono che sono un umorista – diceva Elliot Erwitt- : le mie foto dei cani che saltano quando gli abbaio, o suono la trombetta… La cosa più difficile e utile al mondo è far ridere la gente”.
Fotogiornalismo. Le foto che hanno segnato un’epoca.
Fotografo sui generis, artista a tutto tondo, Erwitt non immortalava solo gli aspetti frivoli della società. Il fotografo statunitense si dedicò anche al fotogiornalismo, riuscendo a cogliere alcuni scatti che sarebbero diventati poi simbolo di un’epoca, testimoni di un passaggio storico. Tra i massimi esponenti della fotografia in bianco e nero e della street photography, Erwitt ha realizzato alcune delle foto più famose del 900.
Annoveriamo, tra le tante, Jaqueline Kennedy durante il funerale del marito
Nixon che punta il dito sul petto di Nikita Kruscev
Il ritratto di Che Guevara
Il ritratto di Marylin Monroe
“Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo.” – Elliott Erwitt.
“Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo.” Elliott Erwitt.
Conclusioni
Quest’articolo vuole essere un omaggio a Elliott Erwitt, uno dei più grandi fotografi che abbiano mai calcato questa terra, maestro della fotografia moderna.
Se è vero che il tempo di un uomo è per sua natura finito, è altrettanto vero che la fotografia può renderlo immortale.
Elliott Erwitt, poeta del bianco e nero, ne è la prova. A distanza di anni i suoi scatti continuano a vivere nella memoria collettiva. Le sue foto hanno cristallizzato non il momento, ma l’avvenimento, raccontando momenti storici importanti.
A Erwitt, nel giorno del suo compleanno, va la nostra gratitudine per aver scritto una pagina indelebile della storia della fotografia.
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